home

tornaRiproduttori tedeschi. Linee da esposizione (Zuchtlinie)

  • III Linea Mutz Pelztierfarm
    II a Cello Romerau

  • Yukon der Bastillie
    Joker Eichenplatz
    Remo Fichtenschlag
    Eon Nimbus
    • La linea di Cello attraverso Eros Luisenstrasse-Huppy Arlett passa esclusivamente attraverso Hill Farbenspiel. Hill che presenta una linea materna con provenienze da Argus Aducht e le più classiche linee Wienerau, è il padre di Yukon, a sua volta genitore di Joker Eichenplatz,di Eon von Nimbus e di Dux de Cuatro Flores da cui proviene Remo Fichtenschlag.
    • Hill è una "anomala" derivazione da Cello-Eros, attraverso quel Huppy Arlett poco utilizzato (specie dopo aver fallito la prova di attacco alla Siegerschau 2000) e comunque con risultati non eclatanti, che compendiava la linea Eros con quella Arlett (Ulk). Tuttavia nei cani presenti nel bollettino delle monte la tipologia di Hill sembra fondersi con le linee materne. Anche Eon von Nimbus, figlio diretto di Hill e quello dei soggetti più simile al padre, è comunque in mix delle sue linee, con i colori alla Ando e alcuni aspetti che ricordano le linee Arlett. Discorso a parte merita poi il VA3 Yukon von der Bastillie , davvero il figlio diretto di Hill meno somigliante al padre. Yukon è un cane molto sostanzioso pur con una taglia nello standard che non somiglia nè a Hill, nè alla madre, nè ai fratelli di cucciolata. Lui non ha consaguineità dirette. La madre, proveniente dalle linee Monchberg, è consanguinea su Natz Steigerhof e Julchen Monchberg (una fattrice molto presente nei pedigree Monchberg ma che tra i suoi pregi non aveva certo quello della robustezza ossea). Di sostanzioso, nelle sue linee, ricordo Sarah Nassauer Berg, figlia di Yasko roten Matter. Yukon sembra uno di quei soggetti che fanno storia a sè quanto a fenotipo (eccezion fatta per i colori, decisamente alla "natz steigerhof-monchberg"), talvolta richiamando poi, nelle riproduzione, quanto espresso dal loro genotipo (nel gruppo dello scorso anno più di qualche soggetto con influenza "monchberg" con teste non così robuste, occhio leggermente chiaro e un po' pochi adulti da un cane che si distingue per il buon carattere)., Tutto sommato la sensazione è quella che vada usato in affinità (sul suo fenotipo) più che cercando compensazioni. Ho avuto anche la sensazione che questo soggetto, tranne qualche caso (uno è quello dell'accoppiamento con l'Auslese Alisha Eichenplatz da cui sono nati l'Auslese Jaci e Joker) non sia stato utilizzato con cagne particolarmente blasonate o di grande valore riproduttivo.
      Joker Eichenplatz e Remo Fichtenschlag, invece, hanno consanguineità identiche (ravvicinate di una generazione per Joker) e molto strette proprio su Hill (richiamato in consanguineità 2-3 in Joker e 3-3 in Remo). Tuttavia anche in questi soggetti si osserva una evidente capacità di fusione che nasce anche dal fatto che, per entrambi, Hill è già mediato dalla provenienza dalla cucciolata D. Cuatro Flores.
      Joker, che sta coprendo molto nonostante i piazzamenti in giovani buoni ma non eclatanti, ha dalla sua il fatto di essere figlio della bella Auslese Alisha (Zamp-Daggi Cuatro Flores) e che la sorella di cucciolata ha ottenuto il titolo di Auslese. Non avendolo mai visto dal vivo, non posso dire molto su questo soggetto, se non che, in foto, sembra ricordare abbastanza il tipo paterno.
      Remo invece non solo sta comprendo molto, ma annovera tra le sue monte più di un'Auslese e molte cagne con importanti linee di sangue.nche Remo è frutto di una fusione di linee, con in più la provenienza da un allevamento che ha sempre fatto della continuità e dell'attenzione alle linee materne un punto di forza. Ho visto che Ossman, l'allevatore di Remo, lo ha utilizzato in diverse cucciolate (almeno tre) con figlie dirette di Wilko, determinando quindi una consanguineità 3-2 Wilko Fichtenschlag, ma soprattutto richiamando in consanguineità la proprie linee femminili, a partire dalla"capostipite" , quella Sandra Wildsteiger Land, figlia diretta di Yago, presente nei pedigree dei più importanti soggetti Fichtenschlag. A ben guardare proprio lo stesso Remo nasce da un lavoro di questo tipo, dove l'allevatore seleziona sul proprio materiale e sulle linee da lui ben conosciute, al di là della moda e della ricerca dello stallone blasonato. Infatti Remo è figlio di Ray Fichtenschlag, soggetto sconosciuto ai più (eccezion fatta per gli italiani) e nemmeno di grandissimi pregi, ma proveniente da linee femminili validissime (Carolin, Gunnie) e in linea materna viene appunto da quel Wilko la cui nonna è l'unica veramente bella figlia mai prodotta dall'Auslese Cash Wildsteiger Land.
      Nota a margine, sempre a proposito delle "parentele" tra i soggetti che stanno effettuando il maggior numero di monte in questo 2010: il figlio di Vegas, terzo della classe giovani maschi di Ulm e presente nei bollettini con un considerevole (vista l'età) numero di monte, è figlio dell'Auslese Tiana Fichtenschlag, che è la sorella di cucciolata della madre di Remo.
    • Digressione, poco attinente con i cani di cui si sta parlando, ma da fare, riguardo la linea Mutz. Questa è , delle tre linee "classiche", quella meno utilizzata e con meno discendenti. Una linea di norma foriera di validi impulsi caratteriali e di sanità ossea. I vecchi di SAS raccontano, con toni epici, della grande sfida italiana, giudice Walter Gorrieri,tra Mutz, di proprietà di Dazio Gobbi, e Quanto Wienerau, di proprietà di Piero Alquati. Una sfida in cui Gorrieri decretò vincitore Mutz e che determinò una reazione veemente da parte del proprietario di Quanto, che, nella foga del momento, stracciò platealmente la tessera SAS, gridando al "suicidio zootecnico". Il successo riproduttivo di Quanto e dei suoi discendenti sembra poi aver ribaltato il giudizio di Gorrieri. Tuttavia, da giudice amante della razza, Gorrieri operò a mio avviso proprio una scelta zootecnica, basata sulla maggiore attinenza allo standard del tipo Mutz, rispetto alla piacevolezza estetica di Quanto. Cito, dagli imperdibili "40 anni di selezione in Italia e Germania" Ed. Cinque, scritti da Piero Alquati: "sono due soggetti che si contendono la palma del migliore provenienti da due scuole di pensiero: quella di Quanto che valorizza in maniera assoluta la tipicità della razza, trascurando difetti di costruzione, quali i metacarpi un po' cedevoli ed un po' aperti, la groppa un po' corta e i garretti leggermente oscillanti. Quella di Mutz tutta rivolta ad onorare solidità, proporzioni e tempra trascurando l'ideale pigmentazione, un'ottimale conformazione delle orecchie, un'angolazione del posteriore più accentuata che gratificano la peculiarità della razza. Ma ciò che li lega sono proprio la natura dei difetti che li rende l'uno complementari dell'altro. " . Da un lato un soggetto criticabile per problemi di focature, di orecchie, carente di angolazioni posteriori, ma che fornisce ottima solidità, proporzioni e buoni impulsi caratteriali, soprattutto intensificando tempra e combattività. Dall'altro un cane con un'immagine molto piacevole, colori marcati, testa di ottimo cesello ed espressione, valide angolature, ma con scarsa solidità dei legamenti (purtroppo indicativa di una predisposizione alla displasia) ed impulsi caratteriali caratterizzati da equilibrio ed amabilità (non altrettanto di combattività e tempra). Due cani assolutamente complementari ma, dovendo scegliere un primo e un secondo, Gorrieri indica la via corretta che è quella di considerare prioritari salute e carattere. E proprio perchè gli allevatori tendono comunque a privilegiare l'utilizzo di soggetti che "gratificano le peculiarità della razza" (fingendo di non vedere alcune problematiche anche gravi e prioritarie, pur di costruire un pastore tedesco anatomicamente ideale) tanto più è d'obbligo, al giudice, responsabile della razza, di operare scelte che non gratifichino i gusti del pubblico, ma salvaguardino l'integrità della razza stessa. Non è operazione semplice, perchè il giudice, sempre e comunque allevatore, tende lui stesso a prediligere soggetti gratificanti, motivo per cui, in questi anni, la razza ha continuato la propria evoluzione (o involuzione) badando alla "gratificazione" (con sempre più derive al gusto estetico rispetto ai dettami dello standard anche per quanto riguarda la morfologia, vedi questione taglia ed iperangolazioni) ed dimenticandosi alcuni obiettivi prioritari. La storia odierna insegna che , di deroga in deroga, di soggetti "vincenti anche se" , il carattere e la funzionalità dei nostri cani hanno subito una notevole involuzione a tutto vantaggio di una godibilità inizialmente giustificata dall'attinenza allo standard morfologico e poi pericolosamente scivolta verso il gradimento meramente estetico. Cito ancora Alquati: "Che la razza sia soggetta ad evoluzioni lo dicono le regole biologiche della natura ma la capacità dell'allevatore deve essere in grado di fermarne l'evoluzione quando i frutti della selezione corrispondano alle esigenze richieste dallo standard" Parole sante. Dallo standard. E non dai gusti del pubblico.